TERRA E CIELO. L'ENSEMBLE COSMEDIN
di Hansdieter Werner
"O tu illustrata de divina claritate, clara virgo Maria". "O tu inondata
del divino splendore, fulgida Vergine Maria". È la lingua di una donna del
XII secolo. L'entusiastica lingua di Hildegard von Bingen. Fondamento dei
suoi canti, da lei creati ed attinti allo spirito gregoriano. Canti di
grande ardire e forte tensione d'intervalli, quasi moderni nella loro
pregnanza ed espressività. Che noi possiamo sentirli e ascoltarli così, lo
dobbiamo ad una delle più significative e ispirate cantanti di Hildegard
del nostro tempo, Stephanie Haas.
Stephanie Haas porge con limpidezza questi canti,
roventi di religioso erotismo, con le loro estreme sfide all'estensione
vocale. Con forza e chiarezza, plasmando esattamente ogni tono. Come
frutto di un profondo studio delle fonti, avvolta nella spiritualità di
Hildegard. Tutto in questo canto è frutto di riflessione e creatività e
testimonia una commovente dedizione. Formule melismatiche eseguite con
esattezza diventano prezioso ornamento, senza che una tale ricchezza
divenga superflua. L'"illuminatio", l'ispirazione di questo canto viene
dal di dentro e da un ragionare attento.
Stephanie Haas ha assunto la passione e le
esplosioni mistiche della celebre Benedettina, la sua lirica e il suo
umile lodante pregare in musica in un canto che comprende profondità e
altezze e si apre totalmente al significato ed alla bellezza dei canti di
Hildegard. Molti CD ne sono testimonianza. Essi appartengono alle cose
preziose che non tramontano.
Anche per gli inni di Rabano Mauro, Stephanie
Haas è una interprete competente e fortunata. Esprime questi inni in una
linearità costantemente orientata alla liturgia. Come col senso per il
simbolismo della luce nell'inno di Pentecoste, "Veni, creator Spiritus".
Anche qui il suo canto è attraversato da un raggio di veridicità.
Una specialista dell'antico, dunque? Per nulla.
Stephanie Haas ha anche cuore e voce per la musica contemporanea. Per
esempio per Aribert Reimann o per Sofia Gubaidulina o Violeta Dinescu, le
cui opere canta con alta intensità e sicurezza tecnica. Questa immensa
estensione tra secoli e stili fa di lei una cantante che profondamente
convince. Per lei esiste solo l'assoluta presenza della musica.
Così per Christoph Haas. Si sono conosciuti nel
1977. Ma soltanto dal 1999 fanno musica insieme come "Ensemble Cosmedin".
Christoph Haas è il pensatore universale del ritmo, aperto al mondo.
Conosce le culture del ritmo dal Occidente al Oriente, dal Sud America
all' Africa, all'India. Ha dimestichezza con l'antica disciplina
dell'armonia e con l'"ordo" dei numeri, nel quale si riflette il cosmo.
Conosce i rapporti tra architettura e musica, tra spazio e suono. Ed è un
percussionista che compone, che guida insieme la molteplicità del ritmo e
del suono. Di alta intelligenza eppure radicato nella magia e nelle
profonde origini cultiche di ritmo e suono. Liuti a collo lungo, campane,
tamburi a cornice, gong, cimbali sono i suoi strumenti preferiti.
I delicati accompagnamenti che Christoph Haas
progetta per il canto di sua moglie, aprono spazi di comprensione,
risonanze e riflessione. Sono ben più che accompagnamento: creano
riflettendo e animando l'unità tra storia e attualità. Aprono - e questo
vale anche per gli assolo - finestre sulla trascendenza. Pieni di gioia,
luce e intima danza. Musica che non asserisce, ma significa. Terra e cielo.
Umanità e mistero. Pienezza e silenzio. |
"SPIRITO E
PIACERE Stephanie e Christoph Haas raggiungono nel suo programma una
sintesi di antico e nuovissimo. Sempre più si proietta verso l'alto per
tuffarsi nel profondo, un distacco che diventa estremo nell'assolo di
Sofia Gubaidulina sulle visioni di Hildegard von Bingen. Nell'antica
estetica canora liturgica si infiltrano strategie di frammentazione nel
salmo di Konrad Lechner. Come sacerdotessa della mistica si rivela
Stephanie Haas nel "De Spiritu Sancto - O ignee Spiritus" di Hildegard von
Bingen, un'opera che testimonia del fuoco dell'esperienza divina ed evoca
l'unità di spirito e piacere. Si può dubitare di questa unità? Il duo
musicale Haas ne è la conferma più chiara." (Bernd Heiden)
"NEL REGNO
DEL SILENZIO CANORO ...Dagli stessi spazi della chiesa romanica Stephanie
Haas ha fatto sgorgare la voce, sia in una elegia di Tomás Luzian che in
composizioni di Sofia Gubaidulina o di Konrad Lechner, ovvero nel "De
Spiritu Sancto - O ignee Spiritus". In questo canto di Hildegard von
Bingen, spazio, luce e suono comunicano in un modo unico. Canto e Chiesa
risalgono allo stesso tempo, alla stessa spiritualità, alla stessa
devozione. Gli archi omofoni del gregoriano aderiscono perfettamente agli
archi regolari della navata e le chiare misure dell'architettura si
attagliano al suono come un ammanto. Stephanie Haas ha lanciato questi
archi in un perfetto rapporto di semplicità e forma canora, di modo che la
struttura udibile si è fatta trasparente per ciò che le sta dietro: la
mistica medievale contempia il grande vuoto, che nello stesso tempo è
pienezza di Dio. Musicalmente, il silenzio. E insieme: il silenzio è
tenera pienezza. Non per nulla il centinaio di ascoltatori son così pieni
di essa, che a nessuno alla fine vien l'idea di distruggerla con un
applauso. Questo avrà espresso ai musicisti, per la loro capacità al
servizio del silenzio sonoro, ben più che la più scrosciante ovazione."
(Mario Limbach)
"Siete sempre
cosi' fedeli a voi stessi, seppur nel vostro procedere verso "l'alto". E'
anche questo che ho principalmente provato durante il vostro concerto a
Lugano. Ritrovarvi, con la vostra sensibilità, capacità, apertura,
comprensione dei limiti vostri e del mondo, e sempre così voi stessi,
puliti, dedicati, genuini, nonostante si percepiscano la strada ed il
percorso che fate, che vi porta ad avvicinarvi sempre più (c'è da
chiedersi se poi ci si arrivi mai, in una vita sola, a quella meta ambita)
ad una forma di fare e cercare, che assomiglia molto alla chiarezza
cristallina e commovente delle note di stephanie. ecco, a me voi
trasmettete questo. Ed io, dopo tutti questi anni, ho percepito tramite i
miei sensori anch'essi trasformati, la stessa forza nel vostro lavoro, di
allora, in una forma, come dire, più luminosa."
(Claudia Pimpinelli, Varese)
"In
una chiesa gotica ho ascoltato Stephanie Haas. Mi correggo: Ho ascoltato
una chiesa gotica cantare con la voce di Stephania Haas, una voce che
conosce gli abissi e le vette dei toni, il gelo e il fuoco dei timbri e
dei sentimenti. Ho sentito gli spazi vibrare, il tempo e l'identità
liquefarsi, Hildegard von Bingen parlare con lo Spirito, bruciare
d'estasi. La linea melodica ricordava il gregoriano, ma si liberava nella
forma di una composizione autentica, ben oltre i limiti impostisi del
gregoriano. O ignee spiritus. Un canto d'amore umano e divino, di una
donna rimasta dona, di una grande mistica rimasta poetessa. Un invito al
roveto ardente senza paura di esserne consumata, un incontro col divino
con la semplicità degli umili.
Ho chiesto
a Stephanie Haas come fosse possibile che Lei arrivasse, da cantante, ad
una purezza del canto liturgico (perchè tale esso rimaneva) cui i monaci
di clausura giungono per lunga meditazione. Mi disse, con semplicità, che,
quando aveva cominciato a confrontarsi con le composizioni di Hildegard
von Bingen, tutto le era sembrato lontano e irraggiungibile. Giorno dopo
giorno si era accostata al testo e alla melodia, meditando più che
esercitandosi, incorporandoli, immedesimandosi. Finchè quel canto non
divienne il suo, della sua voce, del suo pensiero, del suo essere. Qualche
critico ha parlato di "magia". Direi, semplicemente, un percorso a
ritroso, dal canto alla mistica, ma con la stessa meta di chi si muove
dalla mistica al canto.
Qui non è un puro ascoltare: si
è coinvolti, si è trasportati in un sentire globale. Un'esperienza, non
necessariamente religiosa, ma rassenerante, purificante." (Nicolò Gueci)
"Di
origini tedesche e curriculum multietnico, il percussionista Christoph
Haas è considerato tra i
musicisti più originali del panorama musicale internazionale. Famoso per
la sua capacità di scandagliare le potenzialità ritmiche e melodiche di
percussioni archaiche ed essenziali, Christoph Haas propone performance di
grande coinvolgimento, grazie alla ricerca di combinazioni sonore
tecnicamente sofisticate, ma fluide e naturali." (Corriere della Sera)
"Un ponte
tra le culture native e la sensibilità dell'Occidente. Un concerto a metà
strada fra spettacolo e rituale."
(La Repubblica)
"Serata
alla ricerca dell'uomo perduto con Christoph Haas, ricercatore
appassionato e musicista virtuoso, famoso nel mondo per le sue percussioni
arcaiche ed essenziali, ma nel contempo magicamente colorite e melodiche.
E sul palco, in questa solo-performance, Haas non é solo: echi di millenni
lo avvicineranno a tutta l`umanità." (L'Avvenire)
"Christoph
Haas, stregone dei tamburi e di arcaici strumenti a corda, sicuramente tra
le personalità piu interessanti della scena europea."
(L'Unione Sarda) |